Superalcolici e cocktail
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I superalcolici (‘spirits’) si dividono in due categorie:
1) ‘Liquor’ che sono i distillati come il Rum, il Whisky, la Vodka.
2) ‘Liqueur’, dei liquori forti ma insaporiti con sostanze aromatiche o sciroppi dolci, ad esempio la Sambuca, il Baileys, la Kahlua.
Ovviamente, anche i superalcolici vanno serviti in bicchieri appositi …
Con o senza ghiaccio??
Ascolta bene come ti viene chiesta una bevanda, soprattutto per i superalcolici, per capire esattamente se ci vuole o meno il ghiaccio ed evitare situazioni più o meno imbarazzanti…
‘Neat’ significa liscio, senza ghiaccio nel bicchiere e a temperatura ambiente.
A neat Jack Daniel’s please.
Un Jack Daniel’s liscio, per favore.
‘Straight up’ invece significa senza ghiaccio nel bicchiere, ma fresco. Questo vale soprattutto per i cocktails. Gli ingredienti vengono mescolati insieme al ghiaccio e poi filtrati in modo da ottenere sì una bevanda fresca ma non avere il ghiaccio nel bicchiere.
A Margarita please, straight up.
Un Margarita per favore, fresco.
‘On the rocks’ significa con ghiaccio. È il liquore versato sui cubetti di ghiaccio.
Bourbon on the rocks, please.
Bourbon con ghiaccio, per favore.
‘With a twist’: con un ricciolo della buccia di un agrume tagliata con il ‘citrus peeler’ o ‘lemon zester’: coltellino per sbucciare agrumi.
A gin with a twist of lemon, please.
Un gin con un scorza di limone, per favore.
Insieme a un alcolico molto forte, si può ordinare un ‘chaser’, cioè un bicchiere di qualcosa di meno forte (ad esempio acqua) da bere dopo il superalcolico per attenuarne il sapore.
Per versare la giusta quantità di un alcolico direttamente da una bottiglia ci si può aiutare con un misurino chiamato ‘jigger’.
Pick up the bottle and pour a shot of whisky using a jigger.
Prendi la bottiglia e versa un bicchierino di whisky usando un jigger.
Comodissimo il ‘pourer’ da inserire nella bottiglia per non perdere neanche una goccia!
Altre volte le bottiglie sono provviste di proprio misurino: ‘measure’.
Per preparare un cocktail è necessario conoscere delle tecniche fondamentali. Non si tratta solo di mischiare degli ingredienti e servire.
Un cocktail deve essere ‘costruito’, e ‘build’ è proprio il verbo che viene usato per questa preparazione, partendo dal ghiaccio e aggiungendo via via gli ingredienti necessari.
È un ingrediente che manca raramente nei cocktail.
Può essere usato in cubetti, prendendolo direttamente dalla macchina del ghiaccio (‘ice maker’) o da un secchiello del ghiaccio (‘ice bucket’) con una paletta per il ghiaccio (‘ice scoop’).
Oppure si fanno i cubetti in freezer con la vaschetta per il ghiaccio (‘ice cube tray’ o ‘ice tray’).
Se un cocktail richiede del ghiaccio tritato (‘crushed ice’) si può usare il tritaghiaccio (‘ice crusher’), o un pestello (‘muddler’) se lo si vuole tritare a mano.
Il ‘muddler’ può essere usato per il ghiaccio, ma serve più che altro per schiacciare nel bicchiere ingredienti solidi (tipo il lime e la menta per il Mojito) e far mischiare insieme i loro sapori.
Il ‘muddler’ può essere usato per il ghiaccio, ma serve più che altro per schiacciare nel bicchiere ingredienti solidi (tipo il lime e la menta per il Mojito) e far mischiare insieme i loro sapori.
Il Mojito è un esempio di ‘highball cocktail’, cioè un mix di bevande alcoliche e analcoliche che vengono servite in bicchieri alti. ‘Highball’ indica anche questo tipo di bicchiere.
Per mescolare gli ingredienti direttamente nel bicchiere (‘mixing glass’) si usa un cucchiaio più lungo del normale chiamato ‘bar spoon’.
Mescolare con questo lungo cucchiaio in bicchieri alti, in inglese si dice ‘to stir’ a drink, in contrapposizione al verbo ‘to shake’ a drink, agitare con lo ‘shaker’.
‘Shakerare’, in fondo, è una parola che è entrata in uso anche in italiano.
Una volta che il mix di ingredienti è ben agitato, o shakerato, lo si versa nell’apposito bicchiere facendolo passare attraverso il filtro, lo ‘strainer’ che serve appunto a filtrare (‘to strain’) il liquido.
Si può guarnire (‘garnish’) con una fetta di limone (a ‘lemon wedge’) o della frutta fresca (‘fresh fruit’), che non va mai presa con le mani, ma con delle pinze (‘tongs’), e se il cocktail lo richiede, mettere un paio di cannucce (‘straws’) nel bicchiere.
Alcuni cocktail necessitano che il bicchiere dove viene servito sia freddo. Per raffreddare un bicchiere (‘to chill a glass’) lo puoi mettere in freezer per un po’, ma spesso in freezer non c’è tanto spazio libero. In alternativa lo puoi riempire (‘fill’) di ghiaccio e acqua nel mentre che prepari il mix finale, magari nello shaker, e svuotarlo appena è abbastanza fresco.
Ci sono dei cocktail che vengono serviti con il bordo del bicchiere guarnito di sale, zucchero, cioccolato, granelli di qualcosa!
Tecnica:
Inumidire (‘moisten’) solo, e dico solo, il bordo esterno (‘the outside rim’) del bicchiere. Il sale, o zucchero, o qualsiasi cosa in granelli o polvere, non devono mischiarsi col contenuto liquido. Ci deve essere una separazione.
(Rim è sia un nome, ‘bordo’, sia un verbo, ‘to rim a glass’: ‘cospargere il bordo del bicchiere’)
Dopodiché si fa roteare (‘turn’) il bordo esterno del bicchiere in un contenitore (un piattino) con l’ingrediente in granelli. Si scuote il bicchiere per far cadere i granelli in eccesso, si riempie col miscuglio di bevande e ‘that’s it!’ (ecco fatto!)